In occasione della mostra “Alessandro Magnasco (1667-1749), gli anni della maturità di un pittore anticonformista”, ospitata a Palazzo Bianco fino al 5 giugno 2016, viadelcampo29rosso e Musei di Strada Nuova propongono un incontro a due voci, a cura di Laura Monferdini ( viadelcampo29rosso) e Margherita Priarone ( conservatore dei Musei di Strada Nuova ), per un approfondimento sull’opera di denuncia sociale di cui sia Alessandro Magnasco, sia Fabrizio De André, si sono fatti portavoce, ciascuno per il proprio tempo.
Artisti anticonformisti e controcorrente, sovente scelsero come protagonisti delle loro opere individui considerati ai margini della società, quali zingari, rom, detenuti e galeotti.
Si pensi a titolo di esempio, alla tela “Refezione di Zingari” del Magnasco e al brano “Khorakhané” di Fabrizio De Andrè.
E’ ben noto, inoltre, l’amore di Fabrizio De André per il grande pittore genovese vissuto a cavallo tra diciassettesimo e diciottesimo secolo: in una famosa foto di Guido Harari Faber, disteso sul letto, appare circondato da una numerosa serie di libri, tra cui spicca il voluminoso tomo su Magnasco scritto dal celebre critico d’arte Benno Geiger. Nel pregiato volume 196 pagine sono testuali mentre l’intera seconda parte è dedicata alle tavole che riproducono fedelmente l’intero corpus dell’opera del Magnasco. Durante l’incontro copia del volume sarà mostrato al pubblico e commentato nelle sue parti salienti.
Ancora un pubblico omaggio a Magnasco nel 1991, quando Fabrizio De André sceglie il “Pulcinella” di Alessandro Magnasco come copertina per il doppio album “Concerti 1991” (che racchiude brani dal suo ultimo album “Le Nuvole”) , di cui è previsto l’ascolto di alcuni brani. Il Pulcinella raffigurato nel disco è intento a suonare uno strumento a corde molto simile ad una chitarra. Il dipinto, conservato presso la Collezione Gatti Casazza di Venezia è conosciuto come “Pulcinella suona la chitarra” (tav. 179 del volume di Benno Geiger).
Copia del prezioso dipinto si trova presso i locali della Fondazione De Andrè a Milano.
Da non dimenticare il riferimento a Villa Saluzzo Bombrini, presso cui abitò De André dal 1959 al 1995, il cui splendido giardino è stato identificato con quello raffigurato nel dipinto “Trattenimento in un giardino di Albaro” del 1735,conservato a Palazzo Bianco, in cui il Magnasco ritrae la vita e dell’ambiente in cui la società ricca trascorreva momenti di villeggiatura nella prima metà del XVIII secolo.
Ingresso libero.
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